Progetti speciali

Arte e tecnologia: la riproduzione dei bronzi di riace

1998 – 2009

articolo Il Quotidiano della Calabria del 16.02.2009

Lettera aperta al Sindaco Scoppelliti  e ai cittadini di Reggio Calabria

Leggo sui giornali della proposta della Presidenza del Consiglio di ospitare i Bronzi di Riace in Sardegna in occasione della prossima riunione dei G8. Non penso stupirà nessuno le voci che si sono levate da parti diverse e per ragioni diverse a tale proposito perché non si possono dimenticare le reazioni cittadine che ci furono allorquando si seppe del progetto di quella che fu chiamata “clonazione”, ma che in verità era una riproduzione digitale di un’opera d’arte. Ne parlo io oggi perché, come alcuni ricorderanno, fummo proprio noi della Fondazione Napoli Novantanove a proporlo all’allora Presidente della Regione Chiaravalloti con lo scopo di attirare l’attenzione nazionale e internazionale su di un’operazione di enorme impatto pubblicitario che nulla avrebbe tolto ai Bronzi e alla Calabria, ma che ne avrebbe sottolineato la capacità di coniugare l’innovazione tecnologica, legata a una straordinaria ed unica opera d’arte.

Il progetto prevedeva un’operazione tutta legata alla comunicazione, a partire da una prima conferenza alla stampa estera a Roma in cui si sarebbe illustrato al mondo intero il progetto della riproduzione dei Bronzi, dal momento della rilevazione laser alla fusione in bronzo e in fine all’opera di rifinitura a mano dei cesellatori. Insomma si immaginava, di promuovere, unitamente all’operazione scientifica, una fortissima operazione di marketing pubblicitario, tutto a vantaggio della Calabria e del Museo Archeologico, che avrebbe interessato studiosi e incuriosito turisti da tutto il mondo. Le copie, di alto valore riproduttivo, avrebbero poi viaggiato in Italia e all’estero, accompagnate da una mostra che ne avrebbe illustrato tutto il percorso scientifico della riproduzione. Nulla sarebbe stato tolto agli originali che come tali, avrebbero continuato ad essere sommi ed unici, ma che, tranquilli nella loro sede definitiva del Museo, avrebbero potuto seguire i viaggi delle loro copie, che non li avrebbero fatti sfigurare in giro per il mondo, e che avrebbero spinto le persone a voler andare a verificare, in loco, la differenze e la meraviglia assoluta ed eterna degli originali!

Dopo le reazioni di allora della città, certamente non opportunamente informata del progetto, non me ne sono più interessata, ma forse non tutto è perduto e si potrbbe trovare una soluzione che non muova i Bronzi dal Museo e venga, allo stesso tempo incontro al desiderio del Presidente del Consiglio, con un‘operazione, alla fine, di puro e semplice marketing pubblicitario a tutto vantaggio della regione.

Se non mi sbaglio, in quei giorni, fu bloccata la riproduzione della fusione in bronzo, ma era stata già completata la rilevazione laser. Il che significherebbe che, in un dischetto, all’Istituto centrale del Restauro, ci dovrebbe essere tutto quanto necessario per riprodurre delle copie di altissima qualità, che nulla toglierebbero agli originali, ma che avrebbero un doppio interesse per gli ospiti del G8 che sarebbero i primi in assoluto a vedere un’opera straordinaria di alto valore insieme scientifico e artistico.

 La Calabria così verrebbe a esportare un’immagine di una regione che, a partire dalla sua storia antica, sa guardare all’innovazione e al futuro.

                                         Mirella Barracco

Presidente della Fondazione Napoli Novantanove che da 25 anni opera con l’obiettivo prioritario di contribuire alla conoscenza, alla promozione e alla valorizzazione del patrimonio culturale di Napoli e del Mezzogiorno. Da dieci anni è attiva una sede anche in Calabria a Camigliatello Silano, all’interno del Parco Letterario Old Calabria.